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La Conferenza del Disarmo

Principali interventi dell’Italia

La Conferenza del Disarmo: storia, ruolo e metodi di lavoro

Istituita nel 1979 a seguito della prima Sessione speciale sul disarmo dell’Assemblea Generale dell’ONU (SSOD-I), la Conferenza del Disarmo (CD) rappresenta il primo e più importante foro multilaterale a disposizione della comunità internazionale per i negoziati in materia di disarmo e di non proliferazione. Essa trae origine dai primi organismi multilaterali istituiti dall’ONU in tale campo: il Comitato dei Diciotto – creato nel 1962 – composto da 18 Paesi membri sotto la presidenza congiunta di Stati Uniti e dell’allora Unione Sovietica, in seguito allargato a 30 Paesi membri e rinominato la Conferenza del Comitato sul Disarmo (CCD, 1969).

Oggi la Conferenza del Disarmo, sita a Ginevra, è costituita da 65 Paesi membri, tra cui i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza (Cina, Federazione Russa, Francia, Regno Unito, Stati Uniti), gli altri Stati dotati di armamento nucleare e tutti i Paesi militarmente più significativi. I membri della Conferenza sono rappresentativi anche dei maggiori gruppi geografici presenti nell’ambito delle Nazioni Unite: 24 Stati (tra cui l’Italia) formano il Gruppo dei Paesi Occidentali (WEOG); 34 sono riuniti nel Gruppo dei Paesi non allineati (i NAM che, nella geografia della Conferenza del Disarmo, nonostante il loro numero attuale, sono qualificati come G21); 7 fanno parte del Gruppo dei Paesi “Est-europei”. La Cina, invece, non è parte di alcun gruppo.

Tradizionalmente, vengono invitati a partecipare ai lavori della CD in qualità di osservatori anche i Paesi che ne fanno richiesta. Secondo una prassi consolidata, la CD approva ogni anno a inizio sessione una lista unica di richieste provenienti da circa 40 Paesi. Negli ultimi anni questa prassi è stata occasionalmente abbandonata. Nel 2023 la Federazione Russa si oppose all’approvazione di una lista unica, proponendo che ogni richiesta fosse presa in considerazione singolarmente. In mancanza di un accordo, la sessione 2023 non aveva visto la partecipazione di alcun Paese osservatore, fra cui 12 Stati membri dell’Unione Europea. Da ultimo, nel gennaio 2024, la Federazione Russa si è opposta alla partecipazione di tutti i Paesi UE e NATO non membri della CD che avevano fatto richiesta di partecipare come osservatori (undici Stati Membri UE: Croazia, Danimarca, Estonia, Grecia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovenia; e tre candidati: Albania, Macedonia del Nord, Montenegro). Israele e Stati Uniti si sono opposti alla partecipazione della Palestina e la Turchia a quella di Cipro.

Pur essendo emanazione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Conferenza del Disarmo si configura come un soggetto indipendente, con regole e procedure proprie (anche se con bilancio sui fondi dell’ONU). I suoi lavori si articolano in tre sessioni annuali, di cui la prima dura dieci settimane e sette settimane le due successive. La Presidenza della Conferenza viene presieduta a turno da ciascun Paese membro in ordine alfabetico. Il Segretario Generale della Conferenza del Disarmo viene nominato dal Segretario Generale dell’ONU nella figura del Direttore Generale della sede delle Nazioni Unite di Ginevra, esercitando le funzioni di suo rappresentante. Al termine di ogni sessione annuale della Conferenza egli presenta il rapporto delle sue attività all’Assemblea Generale e assicura l’attuazione delle raccomandazioni in esso contenute.

L’agenda permanente della Conferenza del Disarmo, comunemente nota come il “Decalogo”, comprende una vasta serie di tematiche relative al disarmo e controllo degli armamenti di ogni genere. Per questo, ogni anno la CD adotta un’agenda più specifica che prevede i seguenti temi:

  1. Cessazione della corsa agli armamenti nucleare e disarmo nucleare;
  2. Prevenzione dei conflitti nucleari;
  3. Prevenzione della corsa agli armamenti nello spazio extra-atmosferico (Prevention of an Arms Race in Outer Space – PAROS);
  4. Accordi internazionali per la salvaguardia efficace degli Stati privi di armi nucleari contro l’uso o la minaccia dell’uso di armi nucleari (Negative Security Assurances – NSAs);
  5. Nuovi tipi e sistemi di armi di distruzione di massa, incluse armi radiologiche;
  6. Programma di disarmo globale;
  7. Misure di trasparenza negli armamenti.

Storicamente, la Conferenza del Disarmo ma soprattutto gli organi che l’hanno preceduta sono stati la sede dei più importanti negoziati per accordi multilaterali sul disarmo conclusi dalla Comunità internazionale dal secondo dopoguerra. Tra questi si possono ricordare in particolare il Trattato per la proibizione degli esperimenti nucleari nell’atmosfera, nello spazio extra atmosferico e nell’ambiente sottomarino (Partial o Limited Test Ban Treaty – PTBT o LTBT); il Trattato sulla non proliferazione delle armi nucleari (Non-Proliferation Treaty – NPT); la Convenzione sull’interdizione della messa a punto, produzione e immagazzinamento delle armi batteriologice (biologiche) e tossiniche e sulla loro distruzione (Biological and Toxin Weapons Convention – BTWC); la Convenzione sulla proibizione delle armi chimiche (Chemical Weapons Conventions – CWC); e il Trattato per il bando totale della sperimentazione di armi nucleari (Comprehensive Test Ban Treaty – CTBT).

Dal 1996, anno di adozione del CTBT, tra gli Stati membri non si è materializzato il consenso necessario per l’inizio di lavori di sostanza sugli altri punti in agenda della Conferenza. Diversità di vedute sono emerse in particolare su un possibile mandato negoziale in materia di proibizione della produzione di materiale fissile (Fissile Materiale Cut-Off Treaty – FMCT), in special modo sulla portata di un eventuale trattato – l’inclusione o meno di stock già esistenti di materiale fissile – e sui possibili mezzi di verifica/monitoraggio.

L’impasse prettamente politica della Conferenza si è tradotta nell’incapacità dei suoi Stati membri di adottare un programma di lavoro (Programme of Work – POW) per oltre vent’anni, un fatto spesso spiegato come effetto della regola di procedura di base secondo cui la Conferenza “conduce il suo lavoro e adotta le sue decisioni per consenso”. In questa lunga fase di stallo formale, tuttavia, la Conferenza ha continuato a riunirsi in sessioni plenarie e informali che hanno permesso non solo la continuazione del dialogo tra i maggiori attori sulla scena politica e militare mondiale, ma anche l’approfondimento tecnico su temi di fondamentale attualità per il disarmo e il controllo degli armamenti.

Tra i più recenti tentativi di favorire lo “sblocco” della CD, merita segnalare un “retreat” informale tenutosi a Montreux il 22-23 giugno 2023 e organizzato da UNIDR con il sostegno congiunto delle Presidenze francese e tedesca della CD. Varie possibili misure sono state discusse in questa occasione, da piccoli miglioramenti pratici a profonde riforme ristrutturali. Al termine del “retreat” UNIDIR ha presentato questo rapporto, che è stato discusso informalmente dalla CD. La posizione italiana è riflessa nell’intervento dell’Ambasciatore Bencini al dibattito in CD il 17 agosto 2023.

La partecipazione dell’Italia alla Conferenza del Disarmo

L’Italia è stata membro della Conferenza del Disarmo fin dalla sua costituzione; già dal 1962, essa ha fatto parte di tutti gli organismi multilaterali sul disarmo che l’hanno preceduta. L’attuale Rappresentante Permanente d’Italia alla Conferenza del Disarmo è l’Ambasciatore Leonardo Bencini, diplomatico di carriera, che ha assunto le sue funzioni a Ginevra il 18 maggio 2022.

L’Italia ha presieduto la Conferenza del Disarmo l’ultima volta nel 2014 e presiederà nuovamente la CD nel gennaio 2025. Nel corso di quest’anno l’Italia ha preso parte alle riunioni  P6+2: si tratta di un formato che riunisce informalmente le sei Presidenze della CD dell’anno corrente, più l’ultima dell’anno precedente e la prima di quello successivo, oltre al Segretariato (UNODA). Si tratta di un meccanismo di consultazione pratico che permette di assicurare continuità e coerenza ai lavori della CD, che soffre in una certa misura dalla brevità di ogni Presidenza. Il Gruppo 6+2 del 2024 includeva Ungheria, India, Indonesia, Iran, Iraq, Irlanda, Israele e Italia.

 

Principali interventi dell’Italia

2024

Amb. Leonardo Bencini

Cons. Eugenio Poti

2023

On. Ministro Antonio Tajani, Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

Amb. Leonardo Bencini

2022

Amb. Leonardo Bencini

Cons. Tancredi Francese

Documenti e risorse utili

Resolutions and Decisions of the 10th Special Session of the UN General Assembly (1978): Creation of the Conference on Disarmament (1978)

CD Rules of Procedure

United Nations Office for Disarmament Affairs: Conference on Disarmament

Reaching Critical Will

Nuclear Threat iniziative (NTI)

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