Questo sito utilizza cookies tecnici (necessari) e analitici.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookies.

Il Trattato sul commercio delle armi

Principali interventi dell’Italia

Il Trattato sul commercio delle armi (Arms Trade Treaty – ATT) è il primo strumento giuridico di portata globale che stabilisce dei criteri per l’autorizzazione (o proibizione) di trasferimenti di armi convenzionali. Adottato tramite voto dall’Assemblea Generale dell’ONU il 2 aprile 2013, esso è entrato in vigore il 24 dicembre 2014, tre mesi dopo il conseguimento delle 50 ratifiche necessarie e in un processo eccezionalmente rapido. Ad oggi, il Trattato conta 113 Stati parte e 28 firmatari.

Primo nel suo genere, l’ATT persegue due obiettivi principali: regolamentare o migliorare la regolamentazione del commercio di armi convenzionali e prevenire / eliminare il traffico illecito delle stesse, al fine di contribuire alla sicurezza internazionale, ridurre sofferenze umane e promuovere l’azione responsabile degli Stati in questo settore.

Il Trattato si applica a otto categorie di armi convenzionali che ricalcano le categorie del Registro delle Armi Convenzionali delle Nazioni Unite e relative parti e munizioni, incluse le armi leggere e di piccolo calibro. Il suo “cuore” è costituito dalle disposizioni contenute negli articoli 6 e 7: il primo stabilisce i casi in cui i trasferimenti di armi sono proibiti (se questi sono in violazione di regimi di sanzioni quali gli embarghi decisi dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU, o se le armi oggetto del trasferimento potrebbero essere usate per la commissione di atti di genocidio, crimini contro l’umanità o violazioni delle Convenzioni di Ginevra del 1949).

L’articolo 7 stabilisce dei criteri che gli Stati parte devono considerare al momento della decisione sulla concessione o meno di un’autorizzazione alle esportazioni. In particolare, essi devono rifiutare le autorizzazioni nel caso in cui l’esportazione possa portare alla commissione o facilitazione di:

– gravi violazioni del diritto internazionale umanitario;

– gravi violazioni dei regimi internazionali dei diritti umani;

– atti illeciti ai sensi delle convenzioni internazionali relative al terrorismo;

– atti illeciti ai sensi delle convenzioni internazionali relative alla criminalità transnazionale organizzata.

Al momento della decisione sulle esportazioni, ogni Stato parte deve anche considerare la possibilità che le armi da trasferire siano usate per la commissione di atti di violenza di genere (“gender-based violence”) o contro donne e bambini.

Con un livello di dettaglio ben inferiore, l’ATT contiene disposizioni riguardanti il controllo delle importazioni, transiti e attività di intermediazione. Un articolo molto “robusto”, invece, stabilisce misure per la prevenzione, identificazione e arresto di deviazioni di armi dai circuiti legali a quelli illegali, tra cui lo scambio di informazioni e la cooperazione internazionale rivestono un’importanza particolare.

Altre misure del Trattato sono relative ai sistemi di conservazione di registri (art. 12), presentazione di rapporti annuali (art. 13) e cooperazione e assistenza internazionali (art. 15-16). Da un punto di vista istituzionale, l’ATT crea una Conferenza degli Stati Parte come organo decisionale primario, cui spetta anche l’esame dei progressi fatti nell’attuazione delle sue disposizioni, e un Segretariato.

A seguito della prima Conferenza degli Stati parte, tenutasi in Messico nell’agosto 2015, la sede del Segretariato è stata stabilita a Ginevra.

Dal 19 al 23 agosto 2024, sotto Presidenza romena, ha avuto luogo la decima Conferenza degli Stati Parte (CSP10), che ha ricalcato la tradizionale agenda di sessioni dedicate all’efficace attuazione del Trattato, alla sua universalizzazione, alla trasparenza e ai rapporti, alle questioni finanziarie e gestionali.

L’appuntamento di agosto 2024 ha rivestito un’importanza particolare, segnando il decimo anniversario dall’entrata in vigore del Trattato (24 dicembre 2024) e rappresentando un’opportunità di riflessione sullo stato di attuazione delle disposizioni in esso contenute, i successi raggiunti e le sfide che si prospettano per gli anni a venire.

Tali riflessioni sono state primariamente raccolte nella Dichiarazione Politica presentata dal Regno Unito e sottoscritta da 73 Paesi, tra cui l’Italia, che ha riconosciuto il Trattato come uno strumento chiave dell’architettura di sicurezza internazionale grazie al suo ruolo di prevenzione dei trasferimenti di armi convenzionali effettuati in violazione del diritto internazionale, incluso il diritto internazionale umanitario, di riduzione della sofferenza umana, di promozione della cooperazione, della trasparenza e delle azioni responsabili degli Stati Parte nel commercio internazionale di armi. La Dichiarazione reitera altresì l’importanza di rafforzare il processo di universalizzazione e l’applicazione delle disposizioni del Trattato in materia di trasparenza e rapporti, fornendo sostegno alle capacità nazionali degli Stati Parte che lo necessitino, in primis tramite l’utilizzo del Voluntary Trust Fund (VTF). Infine, la Dichiarazione riconosce i benefici di tracciare una direzione strategica per il prossimo decennio, con la possibilità di definire una serie di obiettivi condivisi e azioni prioritarie.

Le questione affrontate in ambito ATT sono di primaria importanza per la pace e la sicurezza internazionale, anche alla luce del fatto che a dieci anni dalla sua entrata in vigore le spese militari mondiali sono aumentate del 19% (2013-2022), in un contesto di erosione del sistema del controllo degli armamenti a livello multilaterale e regionale. Nel periodo 2022-2023, si è registrato un ulteriore incremento del 6.8%, il più alto dal 2009 secondo il rinomato centro SIPRI.

La partecipazione italiana al Trattato

L’Italia è stata il primo paese dell’Unione Europea a ratificare l’ATT (settembre 2013), cui essa attribuisce un ruolo fondamentale non solo per la regolamentazione del commercio delle armi, ma anche per la promozione del rispetto dei diritti umani. Per l’Italia, i criteri contenuti nell’articolo 7 sono di primaria importanza. Le disposizioni relative alla prevenzione di atti di violenza di genere, in particolare, rappresentano una prima introduzione del concetto di sicurezza umana nel contesto più ampio della sicurezza globale. Più in generale, il Trattato introduce importanti misure di controllo e di trasparenza nel commercio delle armi, e porta in primo piano la considerazione delle ripercussioni sociali, umane, economiche e di sicurezza cui portano il commercio irresponsabile e illegali delle armi.

L’Italia ha svolto un ruolo molto attivo lungo tutto il processo diplomatico culminato nell’adozione del Trattato, sottolineando fin dal principio la necessità di uno strumento globale e giuridicamente vincolante che, nel rispetto delle esigenze di autodifesa e più in generale della Carta delle Nazioni Unite, creasse obblighi atti a garantire la legalità e la responsabilità delle decisioni di esportazioni di armi convenzionali. L’ATT, per l’Italia, si fonda sulla convinzione che l’assenza di regolamentazione del commercio di armi o il suo perseguimento irresponsabile alimentano conflitti armati, terrorismo e crimine organizzato; risultano in violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario; destabilizzano paesi e regioni e ostacolano lo sviluppo economico.

I Gruppi di lavoro

L’ATT, oltre alla Conferenza annuale, articola tradizionalmente i propri lavori tramite Gruppi di lavoro che si riuniscono periodicamente e approfondiscono determinate aree tematiche: l’efficace attuazione del Trattato (WGETI), l’universalizzazione (WGTU), la trasparenza ed i rapporti (WGTR).

Durante le ultime riunioni del 2024, il WGETI si è riunito per la prima volta dopo l’approvazione, durante la nona Conferenza degli Stati Parte, di una reconfigurazione della struttura e dei contenuti esaminati dal Gruppo, che ha visto il passaggio da un approccio concettuale a esempi concreti da trattarsi durante le sessioni di tre sottogruppi dedicati all’attuazione degli art. 6 & 7, allo scambio di prassi nazionali relative all’attuazione del Trattato, a problematiche attuali e emergenti. Il Facilitatore del sottogruppo sull’attuazione degli art. 6 & 7 ha presentato una lista di possibili elementi per il terzo capitolo di una Guida Volontaria, che sarà dedicato alle esportazioni e alla valutazione del rischio e sarà approvato nel corso della prossima Riunione degli Stati Parte.

Per quanto riguarda il WGTR, il Gruppo ha confermato il declino nel numero di rapporti annuali presentato da parte degli Stati Parte, un vulnus che intacca uno degli obblighi più rilevanti previsti dal Trattato. Secondo gli aggiornamenti forniti dal Segretariato per il 2023, è stato infatti presentato soltanto il 57% dei rapporti previsti per l’anno in oggetto. Tra le difficoltà messe in evidenza dagli Stati intervenenti, la carenza di risorse umane e finanziarie e gli oneri amministrativi, in particolare la capacità di compilazione di documenti rilevanti e la disaggregazione delle informazioni per categoria di armi convenzionali e di paese di origine.

Infine, in tema di universalizzazione, è stato reiterato l’apprezzamento per l’iniziativa dei “campioni regionali” lanciata nel 2023 come strumento di condivisione, scambio di informazioni e possibili iniziative di assistenza che incentivino l’universalizzazione del Trattato

Principali interventi dell’Italia

Riunione Preparatoria alla Undicesima Conferenza degli Stati Parte – Ginevra, 20-21 maggio

Dott.ssa Elena Gai

Decima Conferenza degli Stati Parte – Ginevra, 19-23 agosto

Min. Plen. Giorgio Aliberti

Riunione Preparatoria alla Decima Conferenza degli Stati Parte – Ginevra, 15-16 maggio

Dott.ssa Elena Gai

Riunioni dei Gruppi di lavoro – Ginevra, 20-23 February 2024

Cons. Eugenio Poti

Nona Conferenza degli Stati Parte – Ginevra, 21-25 agosto 2023:

Amb. Leonardo Bencini

Ottava Conferenza degli Stati Parte – Ginevra, 22-26 agosto 2022:

Min. Plen. Alberto Cutillo

Documenti e risorse utili

Arms Trade Treaty text

United Nations Office for Disarmament Affairs (New York)

Stockholm International Peace Research Institute: ATT

Arms Control Association: The Arms Trade Treaty at a Glance

ARCHIVIO